Cambio Stile
Si calcola che nel settore della moda lavorino oltre 75 milioni di persone, anche perché si tratta di una filiera ad alto impiego di manodopera. Dalla raccolta del cotone alla cucitura, dal ricamo alla tinteggiatura o alla stampa.
Proprio per questo il costo del lavoro è uno dei principali fattori competitivi per le imprese che fanno a gara per offrire i capi a prezzi sempre più bassi, e così i vari marchi della moda hanno da tempo iniziato a girare il mondo alla ricerca di salari sempre più bassi e condizioni di lavoro di maggiore sfruttamento.
Ecco perché nel settore dell’abbigliamento si trovano situazioni estreme rispetto alla violazione dei diritti dei lavoratori, con orari di lavoro pesanti, paghe da fame e soprusi di ogni genere. Lavoro minorile compreso.
Buona parte della produzione di concentra ormai in Cina, in India, in altri paesi dell’Asia e del Nord Africa. Paesi costretti a giocarsi le proprie speranza di sviluppo sulla pelle dei lavoratori, e anche offrendo alle imprese multinazionali condizioni fiscali particolarmente favorevoli.
Man mano che la produzione è stata delocalizzata in questi paesi, in Italia e in altri paesi occidentali si sono persi posti di lavoro. Numerosi stabilimenti sono stati chiusi e abbandonati e il tessuto produttivo basato anche si tradizioni secolari è andato perso.
Capita di sentire giustificazioni “etiche” anche di fronte a queste situazioni di sfruttamento. C’è chi sostiene che il lavoro minorile sia comunque un modo per non lasciare i bambini per strada e per fare imparare loro un mestiere. Chi lo afferma di solito ha i propri figli al sicuro in qualche scuola prestigiosa. Altri affermano che i salari bassi consentano di vincere la concorrenza e quindi avviare dinamiche di sviluppo, e che comunque in questi paesi si vive con poco. Si tratta ovviamente di affermazioni di comodo, fatte da chi ha tutto da guadagnare da questo sistema, compresi noi consumatori benestanti che non disdegniamo di rinnovare continuamente il guardaroba a costi bassissimi.
Eppure tanto si è fatto e tanto si può fare per cambiare le cose. Ci sono associazioni, ONG, campagne e sindacati che si battono per i diritti dei lavoratori in questi paesi. E ognuno di noi può avere un ruolo cruciale prendendo coscienza del problema e modificando alcuni comportamenti. Ma per essere davvero efficaci è importante unire le forze e muoversi insieme.
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