Energie di cambiamento
Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), intitolato “Stato del clima mondiale 2021”.
Purtroppo le notizie non sono buone perché il rapporto registra 4 nuovi record negativi rispetto alla concentrazione di gas ad effetto serra nell’atmosfera, dell’innalzamento del livello dei mari, della temperatura media globale e del grado di acidificazione degli oceani.
Gli ultimi 7 anni, nel loro complesso, sono stati i più caldi registrati da quando i dati vengono registrati in maniera regolare. La temperatura media globale è stata di 1,11 gradi più alta rispetto al periodo pre-industriale. Gli accordi di Parigi prevedono che tale aumento non superi i 2 gradi alla fine del secolo, indicando come ottimale una soglia di 1,5 gradi. L’IPCC (il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) ha spiegato che quel mezzo grado di differenza segna il confine tra una crisi e una catastrofe climatica.
L’aumento della temperatura ovviamente è legato all’incremento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera, che nel 2020 hanno raggiunto le 413,2 parti per milione. Questo dato indica una crescita del 149% rispetto ai livelli pre-industriali.
Una celle conseguenze, con lo scioglimento dei ghiacciai, è l’innalzamento del livello dei mari. Dal 2013 al 2021 la crescita è stata, in media, di 4,5 millimetri all’anno. Nel periodo tra il 1993 e il 2002 la crescita era stata di 2,1 millimetri.
Anche la temperatura dei mari aumenta, e come conseguenza tende ad aumentare il grado di acidità, visibile nella progressiva distruzione delle barriere coralline.
Le notizie non sono buone, ma ci chiamano in causa. Una parte dell’umanità è già in movimento per cambiare la storia. Insieme possiamo fare la nostra parte.